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Categoria: Articolo
Scritto da: Wendy (Alia) e Giuliana
Educazione Canina
Gli amanti degli animali lo sanno bene: un cane è un compagno per la vita, un distributore d’affetto a domicilio e un collaboratore fidato e insostituibile. D’altronde il legame con l’essere umano è già insito nell’indole canina: fin dai tempi preistorici i cani sono stati addomesticati e selezionati, fino a influenzarne l’evoluzione biologica. Nella memoria genetica del cane la relazione con l’umano è ormai impressa come elemento fondamentale, caratteristica di identità.
L’educazione canina non va perciò considerata soltanto come un semplice addestramento tecnico, o tanto meno come un ammaestramento circense; è un percorso ampio e complesso che mira a sviluppare il carattere e il comportamento del cane in maniera armonica con la sua natura e il suo ambiente (umano) di riferimento. Per educare il proprio cane occorre quindi munirsi di tempo, pazienza e affetto sincero. E seguire metodi efficaci.
Questa grande avventura, il processo quotidiano di apprendimento, comincia appena un cucciolo arriva a rallegrare la nostra casa. Un cucciolo di tre mesi sarà già disposto alla socializzazione e pronto a seguire la nostra guida. Occorre quindi cominciare a fornirgli alcuni segnali fondamentali. A cominciare dal suo nome.
Per catturare meglio la sua attenzione è preferibile scegliere per il nostro cane un nome breve, di due sillabe. E far sì che ogni componente della famiglia usi lo stesso nome per chiamarlo, evitando almeno all’inizio vezzeggiativi e nomignoli diversi. Attraverso la ripetizione del richiamo il cucciolo imparerà ben presto a rispondere e il meccanismo di risposta si consoliderà.
Portando il cucciolo fuori, all’inizio senza guinzaglio, ma in uno spazio sicuro e recintato, potremo poi fornirgli stimoli per la sua curiosità in crescita. Assicuriamoci però che risponda adeguatamente al richiamo, e concentri la sua attenzione quando necessario.
La parola No e il tono fermo ma pacato sono un altro stimolo chiaro per orientare le sue attività. Teniamo però presente che i cuccioli hanno la memoria corta, e ogni insegnamento dovrà essere ripetuto e premiato affinché si trasformi in abitudine. L’umano dovrà cioè stabilire con chiarezza i divieti e mantenerli con una certa coerenza. Ad esempio, se decidiamo che il nostro cane non può salire sulle aiuole o sul divano del soggiorno dovremo ogni volta rispondere con un comportamento chiaro ai suoi tentativi di conquista: dire fermamente “NO” e riportarlo al suolo aggiungendo un segnale visivo come l’indice alzato.
Il primo grande problema da affrontare sarà solitamente insegnargli a non sporcare in casa, ma fare i bisogni in un luogo appropriato, fuori o su un tappetino igienico. Contrariamente alla prassi comune, gli educatori cinofili sconsigliano l’utilizzo del tappetino per i bisogni del cane. Tale uso è destinato a restare transitorio, fino a quando il cucciolo non si abituerà ad aspettare il momento della passeggiata. Inutile quindi sforzarsi di trasmettergli un insegnamento che dovrà ben presto disimparare. Meglio portarlo fuori spesso e premiarlo ogni volta che svolge le sue funzioni primarie, con un biscottino, una carezza, un “bravo!”.
La gratificazione è incentivo perfetto per memorizzare un comportamento e rafforzare un’abitudine positiva. La punizione invece può troppo spesso non essere compresa, specie per quello che è un comportamento naturale del cane, e generare quindi soltanto confusione inutile.
Quindi rassegniamoci a pulire e ripulire i pavimenti di casa, per almeno un mese dall’arrivo del nostro amico a quattro zampe. E lasciamo perdere i pannolini.
Per addentrarsi nel processo di educazione canina è sempre utile una formazione accurata.
Consigliamo qui due testi fondamentali:
Jan Fennell - Ascolta il tuo cane - Un nuovo metodo per comunicare con l'amico a quattro zampe. Salani
Graeme Sims - L'uomo che sussurra ai cani - Come educare il tuo cane usando il suo stesso linguaggio. De Agostini
Entrambi gli autori concordano sull’importanza del legame affettivo tra umano e cane per la migliore riuscita dell’educazione. Ovvero meglio essere amati che temuti.
Wendy (Alia) e Giuliana
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09/04/2013 alle 17:25 Thea dei Melograni (paola) ha scritto:
La mia tata ed io concordiamo con voi su tutti i punti . Ci siamo impegnate entrambe in questi anni e tutto è arrivato con naturalezza!
(io però non esco mai senza guinzaglio) Grazie Wendy e grazie Giuliana .
09/04/2013 alle 17:10 Glengarry (Albaforever) ha scritto:
quello che mamy dice sempre al tato! meglio essere amati che temuti!! ops siamo ot...splendido resoconto, Wendy!
09/04/2013 alle 11:13 Hugo (Hugo) ha scritto:
Ciao Wendy, mamy aveva seguito alla lettera quasi tutti gli insegnamenti, proprio come scrivi tu, ma quando siamo fuori in passeggiata il più delle volte io divento sordo... non.. ci.. sen....to...voglio annusare tutto e possibilmente andare dove voglio. Io sono un testardino doc, ma mamy lo sa che è tutta colpa sua se non do retta...Rovescio della medaglia: in casa sono un vero principino, mooooolto obbediente o buono.
Grazie per il tuo articolo, i consigli sono sempre preziosi. Bau
08/04/2013 alle 15:37 Ariel (Ester) ha scritto:
Grazie Wendy per i preziosi consigli!