
Utente: oliverwestifero
...tra le stelline sul ponte
Sesso: Maschio
Provincia: Firenze
Data di Nascita: 13/05/2009
Allevamento: Altro
La tua Rincorsa: 0 giorni
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Diario di Oliver
Data: 14/07/2015
ATTENZIONE: questa serie di articoli intende spiegarvi cosa vi metterete “davvero” in casa se decidete di prendere un cane di una certa razza. Per scoraggiare gli appassionati? No: per scoraggiare gli acquisti impulsivi e istintivi. I “veri” appassionati, anche conoscendo bene i pro e i contro di una razza, non cambieranno mai idea. Ma chi si butta a testa bassa è meglio che la cambi “prima”, piuttosto che stufarsi del cane “poi”.
“Oh, che bel batuffolino bianco! Quasi quasi ne prendo uno per la bambina!”
Quante persone scelgono in questo modo di mettersi in casa un terrier?
Molte, purtroppo: anzi, troppe.
E sono tutte persone destinate ad andare incontro a qualche delusione, perché un terrier – anche quando ha effettivamente la faccia da “batuffolino” , non è un peluche e non ha la minima intenzione di farsi trattare da peluche.
Lui è un fiero cacciatore, un cane con una nobile storia e un glorioso passato da sterminatore di animali nocivi.
E se è vero che oggi è diventato soprattutto un cane da compagnia; se è vero che ha questa faccetta da Pierrot un po’ malinconico e l’aria di chi vuole andare a caccia di coccole, più che di volpi; se è verissimo che la sua selezione più recente l’ha “raffinato” e reso perfetto anche per la vita da appartamento…be’, tutto questo non lo rende un giocattolo da “dare in pasto ai bambini”.
Un terrier resta un terrier: ha un orgoglio, una dignità. una fierezza senza limiti.
Anche quando fa un po’ il pagliaccio (e lo fa!), anche quando sfodera l’innata vis comica che rappresenta uno dei lati più affascinanti di questa razza, il West Highland White Terrier è un cane “importante” e pieno di distinzione come il suo nome (anche se per gli amici si chiama “Westy” o “Westie”).
Il punto non è che lui sia quasi sempre buonissimo e paziente anche con i bambini più “sciagurati”: non si deve scegliere un cane in base al fatto che “non morda”, ma prendere un cane per educare i bambini al rispetto, all’amore, alla responsabilità verso tutti gli esseri animati.
Giocattolo no, quindi: compagno di vita, insegnante, fratellino peloso sì.
Purché, come sempre ripeto, si scelga bene…visto che – e bisogna dire “purtroppo”, in un certo senso – questa è una razza molto ricercata e diffusa.
Ciò significa “cuccioli in grande quantità”, che in cinofilia non è mai sinonimo di qualità.
Ecco perché in giro si vedono tanti Westie bruttini, ma anche nervosi, abbaioni, talora perfino mordaci.
La beffa sta nel fatto che il Westie, oltre che per l’indubbia bellezza, è diventato famoso in tutto il mondo per il suo carattere gioioso e socievole, tanto da venire considerato un ottimo “antistress naturale”: ma proprio questa fama ha scatenato la produzione di cani che lo stress, anziché farlo passare… lo fanno venire!
Purtroppo, per un profano, è molto difficile capire la differenza tra un cucciolo DOC e un cucciolo-truffa: quindi, per favore, evitiamo ogni rischio e se vogliamo un West Highland rivolgiamoci esclusivamente ad un buon allevamento.
So bene che i miei lettori abituali ormai ne avranno fin qui di leggere queste “avvertenze”…ma rassegnatevi, io sono come i produttori di medicinali (o di sigarette): i consigli anti-cagnaro devo metterli su ogni confezione!
Detto questo, analizziamo un po’ tutti i “pro” e i “contro” (sempre relativi) di questa razza: che di fondo ha sicuramente un caratterino pepato, come ogni terrier che si rispetti, ma che ormai è selezionato da moltissimi anni come cane da compagnia e quindi è stato decisamente “ammorbidito ” rispetto ai “cugini” che ancora vengono utilizzati soprattutto per la caccia (vedi origini e storia).
Un Westie ben allevato e ben socializzato può convivere pacificamente con chiunque: gatti, furetti (sue prede di un tempo) e naturalmente altri cani…evitando magari di sperare in un idillio tra due maschi in presenza di una femmina: come recita il cartello diffuso in molti esercizi commerciali, “per i miracoli ci stiamo ancora attrezzando”.
Chi ha un po’ di dimestichezza con i terrier, comunque, si renderà facilmente conto di come il Westie sia facile da gestire rispetto ad altri membri della categoria.
Per chi invece “non” ha dimestichezza e non sa cosa significa “essere terrier” occorre qualche spiegazione in più.
Se il vostro ideale di cane è quello che, raggiunto da un altro maschio in atteggiamento aggressivo, si butta a pancia all’aria invocando pietà…allora non prendete un Westie.
Perché lui, se viene provocato, non si tirerà mai indietro (neanche se a provocarlo è un mastino napoletano: lui non sa di essere piccolo, e anche se lo sa non gliene importa nulla. E’ un terrier, ovvero un cuor di leone, e preferirebbe morire piuttosto che passare da vigliacco).
Se invece vi “accontentate” di un cane che non vada a provocare personalmente gli altri, che sappia muoversi con disinvoltura in qualsiasi società, umana e canina, senza cercare risse e senza combinare disastri…allora potete prendere un West Highland, perché questo è assolutamente nelle sue possibilità (mentre non lo è in quelle di altri terrier).
Sia chiaro: resta sempre preponderante l’educazione ricevuta, perché la dominanza (in senso etologico, non in senso “schiavistico”) del proprietario è sempre un fattore importante quando si tratta di terrier.
Ma anche in questo caso, ottenere rispetto e obbedienza da un Westie è molto più facile che ottenerla da altri “cugini” terrier.
Poiché so bene che i Westie sono come le ciliege, e che uno tira l’altro…insisto ancora sulla convivenza perché è bene sapere cosa ci si può aspettare.
Punto primo, con due (ma anche tre) “palle di neve” in casa ci si può aspettare di disdire l’abbonamento a teatro e di non pagare più biglietti del cinema: lo spettacolo lo avremo direttamente a domicilio, ogni giorno, in mille occasioni diverse. La cosa, naturalmente, sarà più evidente in giovane età: ma un’altra caratteristica dei terrier (tutti) è quella di non sapere cosa significa “invecchiare”.
Questi cani restano profondamente convinti di essere cuccioli anche quando raggiungono età venerande (e le raggiungono spesso: una delle grandi doti della razza è la longevità): certo, diventano un po’ più posati, smettono di fare i disastri tipici del cucciolo, imparano a “leggere” i loro umani e a capire quando si può fare i matti e quando è il caso di smetterla. Ma non perdono mai, proprio mai la voglia di giocare, di divertirsi e di divertirci.
Punto secondo: la convivenza è più facile tra soggetti di sesso diverso (il che vale per quasi tutte le razze), ma anche di mole e di indole diversa. In particolare, ho notato in diverse occasioni un ottimo feeling tra Westie e grandi molossoidi, ovvero razze tranquille e dal carattere meno “piccante” del loro: ma conosco anche un’ottima abbinata Westie-Cavalier King Charles spaniel. Sono due maschi, ma non li ho mai visti litigare tra loro.
Quello che mi sento di sconsigliare è l’accoppiata con un terrier di razza diversa, specie se dello stesso sesso: lì potrebbe veramente nascere qualche problema serio, perché – l’ho già detto, ma preferisco ribadirlo – il Westie non è un attaccabrighe…ma se ne trova uno si ricorda benissimo di essere un terrier, con tutto quel che ne consegue.
Per quanto riguarda gli altri animali, infine, ricordiamo che il Westie sa rispettare – e spesso fa amicizia – con quelli interni al suo “branco” familiare: ma quelli sconosciuti sono un altro paio di maniche!
Non dimentichiamo le sue origini e non diamo mai per scontato che il nostro cane, solo perché dorme abbracciato al gatto di casa, sia pronto a dare bacini a tutti i gatti del mondo. Potremmo avere sorprese tutt’altro che gradite!
Per quanto riguarda, invece, la convivenza con le persone, il Westie è un incredibile “ruffianone” capace di far cedere qualsiasi umano ai suoi desideri. Che la butti sulla tenerezza (coccolemi, coccolami, non vedi che potrei morire entro cinque minuti se non mi coccoli?) o che giochi l’arma dell’umorismo – che sa usare in modo indescrivibilmente efficace: bisogna provare per credere – è molto, ma MOLTO facile che il signorino riesca ad averle tutte vinte.
Ma attenzione…qui si va in allarme rosso!
Perché un Westie viziato diventa quasi immancabilmente un piccolo despota che fa ballare tutta la famiglia a suo piacimento.
Non obbedirà più ai richiami, ignorerà qualsiasi ordine, sarà in perenne conflitto con il proprietario: e se pensate che tutto questo sia un male relativo, “tanto il cane è piccino”…non sapete quanto sbagliate!
Anche un cane di un chilo, mal gestito e maleducato, può rendere la vita impossibile ai suoi umani: quindi è sempre meglio prevenire.
Con cani di tale temperamento è importantissimo sapersi imporre con ferma dolcezza: ma bisogna anche sapere “come” si ottiene questo risultato! Se non siete cinofili competenti, affidatevi a chi ne sa più di voi. Fatevi consigliare dall’allevatore per i primi tempi: poi, se ne avete la possibilità, cercate un bravo educatore con cui frequentare da subito un buon “corso puppy”, che offrirà preziose indicazioni a voi e permetterà al cucciolo di socializzare per benino con i suoi simili.
Chissà, magari potreste anche appassionarvi a una disciplina sportiva: i westie sono adattissimi alla mini agility, ma anche all’obedience, alla disciplina emergente del disc dog e al free style.
Ricordate che “cane da compagnia” non è sinonimo di peluche, come abbiamo detto all’inizio, ma neppure di “statuina di porcellana”.
Il cane è sempre un cane (ovvero un animale dinamico, atletico, pieno di energia) e il terrier è qualcosa in più: è un cacciatore!
Vi portereste a casa Rambo per fargli fare una vita da pantofolaio?
Se avete risposto “no”, sappiate che prendere un terrier e obbligarlo a vivere sempre e solo su un divano è un po’ la stessa cosa.
Esistono tanti cani piccoli amanti della sedentarietà: il pechinese, per esempio.
Ma se prendete un terrier dovrete rispettarlo per quello che è…e lui è effettivamente un piccolo Rambo.
Ha bisogno di qualcosa da fare, ha energie da spendere, ha un’intelligenza brillante che sarebbe un peccato sprecare.
Quindi, se non proprio “obbligatorio”, fare sport con il Westie è altamente consigliabile: lo rende più felice, più realizzato…e rende la vostra vita più semplice, perché un cane stanco e soddisfatto, quando rientra a casa…dorme e non combina guai!
IL CUCCIOLO
E’ proprio vero che tutti i cuccioli sono belli? Be’…i terrier, da piccoli, spesso non sono propriamente degli adoni: e il westie non fa eccezione. Eppure di lui ci si innamora ugualmente perché è buffo, tenero, divertente.
In alcuni casi può essere un pochino timido: è il risultato di una selezione che ha cercato di “limare” un po’ il coraggio eccessivo dei primi soggetti, che da intrepidi cacciatori erano fin troppo “arrembanti” e quindi meno adatti alla vita di un cane da compagnia.
Oggi il West Highland è un po’ più riflessivo e questo è sicuramente un bene: ma se la socializzazione del cucciolo non prosegue anche dopo l’uscita dall’allevamento si rischia di avere un adulto fin troppo “chiuso”.
Per questo è fondamentale che il piccolo non viva sotto la classica campana di vetro, come spesso si tende a fare con i cani da compagnia, ma che (dopo le vaccinazioni) venga portato il più possibile a spasso, a “vedere il mondo” e ad imparare a distinguere amici da nemici, pericoli da cose assolutamente innocue e così via. Un buon allevatore inizierà sempre questo lavoro a casa sua, ma ricordiamo che il periodo della socializzazione si conclude intorno ai cinque mesi: quindi il lavoro va proseguito e ampliato dal nuovo proprietario, per ottenere un cane sicuro di sé in ogni ambiente e in ogni circostanza.
LA SALUTE
Premesso che il cane è un essere vivente e come tale – purtroppo – è sempre soggetto a malattie, il West Higland è un cane fortunato perché le sue origini rustiche lo rendono particolarmente robusto e longevo.
Questo, ahimé, non significa che sia invulnerabile: qualche problema può averlo anche lui e prevenire, come sempre, è meglio che curare.
Le malattie contro cui si può effettuare una prevenzione, oltre a quelle per cui esiste la vaccinazione (cimurro, epatite, parvovirosi, leptospirosi rabbia, tosse dei canili), sono la filariosi (portata dalla zanzare: se vivete in una zona a rischio, consultate il veterinario per conoscere i diversi metodi preventivi) e la leishmaniosi, per la quale, purtroppo, non esiste ancora un vaccino né una copertura preventiva che dia risultati sicuri. La leishmaniosi è trasmessa dai flebotomi (pappataci) e la sola cosa che si può fare è cercare di evitare che questi insettini pungano il nostro cane: in commercio esistono diversi prodotti repellenti, ma se si vive in zone particolarmente infestate la cosa migliore da fare è evitare di soffermarsi troppo all’aperto col cane nelle ore serali.
Per quanto riguarda le patologie genetiche il Westie, come tutti i cani di piccola taglia, va soggetto alla lussazione della rotula (ma l’incidenza è piuttosto bassa: 4% circa) e alla dermatite atopica, che forse rappresenta il problema più diffuso, con un’incidenza del 15% circa.
Si tratta di un’ipersensibilità ereditaria verso alcuni allergeni che vengono inalati (pollini forfora, muffe, polvere, acari…purtroppo è abbastanza difficile identificare l’allergene preciso, perché possono essercene molti).
Questa malattia è una vera “rottura”, anche se non si tratta certamente di una patologia letale: però i cani colpiti non vivono molto bene, visto che sono affetti da un prurito continuo e fastidiosissimo.
Molto spesso i primi sintomi sono il leccamento dei piedi e lo sfregamento del muso e delle zampe: ne consegue una dermatite che inizia con eritema e che può progredire con croste, alopecia, piodermite e seborrea.
Le zone più frequentemente interessate sono le estremità, la zona perioculare, il muso, le ascelle e l’inguine.
In alcuni casi il cane può manifestare anche sternuti, lacrimazione eccessiva e otite.
La terapia è prevalentemente cortisonica, ma è possibile intervenire anche con trattamenti desensibilizzanti.
Vista la quasi certa ereditarietà della patologia, la prevenzione migliore sarebbe quella di evitare l’uso in riproduzione dei soggetti affetti: quindi, prima di prendere un cucciolo, informatevi sempre sulla presenza o assenza della malattia nei suoi progenitori.
ORIGINI E STORIA
Quando si pensa al West Highland White Terrier , quasi automaticamente viene in mente anche lo Scottish Terrier: colpa della celeberrima etichetta della bottiglia di whisky. In realtà, westie e scottish hanno ben poco in comune, mentre c’è una strettissima parentela tra West Highland White Terrier e Cairn Terrier (lo si capisce anche solo guardandoli).
Entrambe le razze sono nate in Scozia ed entrambe discendono da un altro terrier, lo Skye, di cui rappresentavano inizialmente la varietà a pelo corto.
In Scozia lo Skye terrier è sempre stato molto amato, anche perché era il cane preferito della regina Vittoria: ed era apprezzata anche la varietà che fino al 1909 si chiamò proprio “Skye Terrier a pelo corto”.
In Scozia le zone di confine vengono delimitate da pile di pietre, chiamate “cairn” in lingua gaelica, che rappresentano un ottimo nascondiglio per volpi e tassi.
I selvatici si intanano profondamente negli anfratti, e non è facile scovarli: ma i piccoli terrier si rivelarono bravissimi in questo compito, stanando gli animali e costringendoli a uscire allo scoperto, dove li attendevano i cacciatori. Così, all’inizio del ‘900, lo Skye a pelo corto diventò “Cairn terrier”, prendendo il nome delle pietraie che rappresentavano il suo terreno di caccia.
Quanto agli attuali West Highland…all’inizio si trattava semplicemente di Cairn considerati “difettosi” perché nascevano col pelo bianco! Considerati (erroneamente) albini, in tempi in cui di genetica si masticava ben poco, per molti anni i poveri cuccioli “sbiaditi” vennero soppressi alla nascita: per fortuna, però (sempre che di fortuna si possa chiamare…) il colonnello Malcolm, noto cinofilo e cacciatore scoz-zese, un brutto giorno sparò per errore al suo cane preferito, un terrier rossiccio, che scambiò per una volpe.
Sconvolto dalla disgrazia, il colonnello decise che i Terrier da tana dovevano avere il pelo chiaro…e nel suo allevamento le sorti dei cuccioli bianchi si ribaltarono: adesso erano loro gli unici a sopravvivere e ad essere selezionati con la massima cura.
Inizialmente questi cani vennero chiamati “Linty”, e cioè “color lino”, oppure “Poltaloch” (che era il nome della tenuta di Malcolm). In seguito, però, vennero incrociati con il Sealyham Terrier per fissare sempre di più il colore bianco: e nel 1905 vennero riconosciuti con il nome di West Highland White Terrier.
Dal 1924 il bianco divenne l’unico colore ammesso. Negli anni successivi il colore del Westie lo fece preferire sempre più come cane da compagnia, mentre il Cairn rimase un cane più “rustico”, compagno ideale dei cacciatori ma lontanissimo dalla diffusione che ottenne invece il “cugino”, specie da quando venne un auge la bellissima toelettatura “a palla di neve”.
A CHI SI ADDICE UN WESTIE
Piccole dimensioni e carattere giocoso non devono far pensare che questo sia un “cane per tutti”: il cane per tutti non esiste.
Certamente, però, il Westie è un cane per molti!
Non ci sono limiti di età, visto che lui si adatta benissimo a diversi stili di vita, dal più sportivo a quello abbastanza sedentario (però, ribadiamo, rispettate anche le sue esigenze e non prendetelo come da cane “esclusivamente” da divano); non ci sono problemi di spazio; non ci sono neanche problemi di pelo, perché essendo a pelo duro non va in muta e quindi non “semina” pelo per casa (però va strippato regolarmente). A meno che non vogliate un soggetto da esposizione, nel qual caso la toelettatura sarà piuttosto impegnativa, il mantello è facile da gestire.
Personalmente lo ritengo davvero adatto a un’ infinità di persone: escluderei solo i fanatici del cane-robot (i terrier non sono propriamente docilissimi, anche se questo è uno dei meno “capoccioni”), quelli che pensano di usarlo come cane-giocattolo per i bambini, di cui ho già detto tutto…ma anche quelli per cui “cane da compagnia” è sinonimo di “bambolotto peloso da coccolare e stropicciare dal mattino alla sera” (ovvero quelli che il giocattolo lo vogliono per sè, anche se non sono per niente bambini).
Queste sono le persone che finiscono per rovinare irrimediabilmente il cane e che si ritrovano con Westie abbaioni, ringhiosi, paurosi o mordaci, rovinando anche l’immagine della razza.
Se per caso avete incontrato un cane così, ricordate che quello “non” è il Westie, ma è solo il risultato di una pessima gestione e/o di un pessimo rapporto cane-padrone.
Il “vero” Westie è un concentrato (contagioso!) di felicità e allegria: andate da un buon allevatore (o da un proprietario in gamba)…e vedrete che differenza!
Si ringrazia: Allevamento dello Gnomo bianco
Foto: mamyyyyyyy Antonella