Argo

Utente: Argo_Frodo
Sesso: Maschio
Provincia: Roma

Data di Nascita: 03/10/2012
Allevamento: dei Piccoli Lord

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Il Profilo di Argo


Mi presento...

Il mio nome di battesimo è Frodo, anche se la mia famiglia mi ha chiamato Argo, come il cane di Ulisse, perchè vivo in via Odisseo!!! Sono molto giocherellone e coccoloso!ciao ciao.


Frase celebre, citazione o proverbio che mi identifica:
"Lettera di un cane al suo padrone.


"Quando ero una cucciola, ti ho divertito con le mie buffonate, ti ho
fatto ridere.
Mi chiamavi la tua bambina e nonostante un certo numero
di scarpe rosicchiate ed un paio di guanciali squartati e sparpagliati
ovunque, sono diventata la tua migliore amica.
Ogni qualvolta facevo la " discola ", tu mi agitavi il dito davanti al naso e mi chiedevi " Come hai potuto? ", ma poi cedevi e mi rotolavi sulla pancia per una grattatina. La mia educazione casalinga fu un po' piu' lunga di quel
che pensavi, perché eri molto indaffarato, ma ci abbiamo lavorato
insieme.
Ricordo le notti in cui mi ranicchiavo vicino a te nel letto
ed ascoltavo le tue confidenze ed i tuoi sogni segreti e credevo che
la vita non sarebbe potuta essere più perfetta.
Andavamo a fare, lunghe camminate e corse nel parco, giri in macchina, fermate per il gelato (per me solo il cono perché "il gelato fa male ai cani",
dicevi), ed io mi facevo lunghi pisolini al sole, aspettando che
tornassi a casa alla fine della giornata. Impercettibilmente, hai
iniziato a trascorrere più tempo al lavoro, a pensare alla tua
carriera ed a dedicare più tempo alla ricerca di una compagna umana.

Ti ho aspettato con pazienza, consolandoti comunque nei dolori e nelle
delusioni, non ti ho mai rimproverato per le decisioni sbagliate e ho
salutato con gioia ogni tuo ritorno a casa, anche quando ti sei
innamorato. Lei, che ora è tua moglie, non è "persona da cani", ma
le ho dato comunque il benvenuto nella nostra famiglia, provando a
dimostrarle affetto e obbedendole...
Ero felice, perché tu eri felice……...

Quando sono arrivati i bambini, ho condiviso la vostra agitazione.
Sono stata affascinata dal loro aspetto roseo, dal loro odore e avrei
voluto far loro da madre. Solo voi due potevate temere che potessi far
loro del male, ma ho passato la maggior parte del tempo in un'altra
stanza, o in gabbia.
Oh, come avrei voluto amarli, ma sono divenuta una "prigioniera dell'amore".
Quando hanno iniziato a crescere, sono diventata la loro amica. Si
aggrappavano al mio pelo e si trascinavano sulle loro tremolanti
gambette, mi cacciavano le dita negli occhi, esploravano le mie
orecchie e mi baciavano sul naso. Di loro, adoravo tutto e le loro
carezze - perché le tue carezze erano ormai diventate così rare - ed
io li avrei difesi fino alla morte, se fosse stato necessario. Avrei
voluto sgusciare dentro i loro letti ed ascoltare le loro ansie ed i
loro sogni segreti, ed insieme avremmo aspettato di sentire arrivare
il rumore della tua auto.
C'era un tempo in cui, quando qualcuno ti chiedeva se avessi un cane,
tu tiravi fuori la mia foto dal portafoglio e iniziavi a raccontare di
me.
In questi ultimi anni, hai risposto solo "sì" e hai cambiato
discorso.
Sono passata dall'essere il "tuo cane" a "solo un cane", e
tu a lamentarti per ogni spesa affrontata per me.
Ora, hai l'opportunità di fare una nuova carriera in un'altra città, tu e
loro vi trasferirete in un appartamento dove gli animali non sono
ammessi.
Tu hai preso la giusta decisione per la tua" famiglia", ma
c'era un tempo in cui ero io la tua sola famiglia.
Ero eccitata all'idea del viaggio in auto, fino a quando siamo
arrivati al rifugio per animali.
Odorava di cani e di gatti, di paura, di disperazione.
Hai compilato le carte e hai detto "So che troverete
una buona casa per lei". Loro hanno fatto spallucce e ti hanno
guardato con sguardo afflitto. Conoscono la realtà che riguarda un
cane di mezza età, sia pure con le "carte a posto".
Hai dovuto staccare le dita di tuo figlio dal mio collare mentre lui gridava "No, babbo!
Per favore, non lasciare che prendano il mio cane!"
Ed ero preoccupata per lui e di che lezione gli stavi giusto impartendo su amicizia e lealtà, su amore e responsabilità, e sul rispetto per ogni vita.
Mi hai dato una pacca di addio sulla testa, evitando i miei occhi, e ti sei
cortesemente rifiutato di portare con te il mio collare ed il mio
guinzaglio.
Avevi una scadenza da rispettare, ed ora anch'io ne ho una che mi attende.
Dopo la tua partenza, le due gentili signore dissero che certamente tu
lo sapevi da mesi di questo trasloco e ciò nonostante non hai fatto
alcun tentativo di trovarmi una buona casa.
Scossero la testa e mi chiesero "Come hai potuto?".
Qui al canile, con noi sono premurosi,
tanto quanto lo permettono i loro impegni. Naturalmente, ci danno da
mangiare, ma io già da giorni ho perso l'appetito.
All'inizio, ogni qual volta qualcuno passava davanti al mio recinto, correvo al cancello, sperando che fossi tu, - che avessi cambiato idea - che
questo fosse tutto un brutto sogno...o almeno speravo che fosse
qualcuno che si interessasse a me, qualcuno che avrebbe potuto
salvarmi.
Quando capii che non avrei potuto competere con lo zampettare di un
cucciolo allegro, inconscio del suo destino, mi ritirai nell'angolo
più lontano ed aspettai.
Sentii i suoi passi che venivano per me alla fine della giornata, e li seguii silenziosamente lungo il corridoio, fino ad una stanza isolata.
Una stanza magnificamente tranquilla.
Lei mi piazzò sul tavolo e mi strofinò le orecchie e disse di non
preoccuparmi. Il mio cuore martellava nell' attesa di capire che cosa stava
per succedere, ma c'era anche un senso di sollievo.
La prigioniera dell'amore ha esaurito i suoi giorni.
Come è mia natura, ero più preoccupata per lei.
Il fardello che sopporta la opprime profondamente, e lo so, così come conoscevo ogni tuo umore.
Gentilmente mi ha messo un laccio emostatico su una delle mie zampe
anteriori, mentre una lacrima le scendeva lungo una guancia.
Le leccai la mano così come facevo con te per consolarti tanti anni fa.
Senza farmi male mi infilò l'ago ipodermico in vena. Come sentii la puntura
ed il freddo liquido scorrere nel mio corpo, mi lasciai andare
sonnolenta, la guardai nei suoi occhi buoni e mormorai

"Come hai potuto?".

Forse perché non capì bene il mio linguaggio canino, mi rispose

"Sono così dispiaciuta".
Mi abbracciò e mi spiegò che era il suo lavoro essere sicura che io andassi in un posto migliore, dove non sarei stata ignorata, o maltrattata o abbandonata, o dove non avrei dovuto arrangiarmi da sola - un posto di amore e di luce, così diverso da questo luogo terreno.
E con le mie ultime energie, cercai di spiegarle con un colpo di coda che il mio
"Come hai potuto?"
non era rivolto a lei.
Era per te, Mio Amato Padrone, era a te che stavo
pensando...Penserò sempre a te e ti aspetterò per sempre.
Che tutti , nella tua vita, possano continuare a mostrarti così tanta lealtà.
Fine
By Jim Willis 2001 traduzione di Patrizia Fiorenzato
Una nota dell'autore
Se "How Could You?" ti ha fatto piangere mentre lo leggevi, così come
ho pianto io mentre lo scrivevo, è perché è la storia composita di
milioni di "animali da compagnia", che in passato avevano un padrone e
che ogni anno muoiono nei rifugi/canili
"




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