Westie Categoria: Racconto
Scritto da: Wendy (Alia) e Giuliana


Tra Paura e Desiderio

Mamma!

Maammaaa!

MAAAAAMMAAAA!

Il richiamo raggiunse la diretta destinataria così come ogni madre del circondario. E Marina rispose solerte alla sua chiamata. Non aveva neanche tre anni il piccolo Luca, ma il suo grido non ammetteva esitazioni. Marina raggiunse il bimbo appena poté, ma lui già sembrava in crisi d’abbandono. “Eccomi tesoro: la mamma è qui. Cosa c’è?” “Mi fa male!” questa frase Luca la pronunciò invece in un sussurro, labbra curvate all’ingiù e occhi languidi.

Marina provò a suo modo a consolare il piccolo infortunato. Per una banale caduta in giardino suo figlio si era fratturato il perone; in lui si erano scatenati pianti e afflizione, in Marina un atroce senso di colpa, un senso brutale di fallimento peraltro acuito dai rimproveri del suo ex marito. Ora Luca si ritrovava con una gamba ingessata, limitato drammaticamente nei movimenti e di certo anche nell’umore. Gli si prospettavano lunghe giornate di irrequietezza e sopportazione. Marina cercò un possibile rimedio, una distrazione efficace, e le arrivò un’ispirazione improvvisa: “Oggi ce ne andiamo insieme al parco!”. E il visino di Luca si rasserenò.

E così Marina portò Luca al parco cittadino, in mezzo a vialetti e sentieri acciottolati. Mentre lei si barcamenava faticosamente alla guida del passeggino il bimbo si sporgeva curioso, in cerca dell’ormai prossima primavera. Attraversarono filari di querce, larici e pini imponenti, cespugli di alloro e lavanda già fragrante. Luca sorrideva e puntava il ditino tutto attorno. “Guarda!” Marina si sentì invasa da una struggente tenerezza.

D’un tratto però fu scossa da una presenza inattesa: scorse un cagnone nero in corsa, che puntava diritto nella loro direzione. Temette una imminente aggressione; d’istinto si portò davanti a suo figlio, si parò decisa, esile scudo contro un possibile assalto. Ma il cane proseguì veloce per la sua strada, verso un giovane in fondo al sentiero, già chinato ad attenderlo. E in un attimo gli balzò tra le braccia, allegro e festoso. Madre e bambino fissarono entrambi la stessa scena. In Marina tutta la tensione sfumò, le lasciò un turbamento che la avvicinava alle lacrime. Ma fu il piccolo – naturalmente- a interrompere il silenzio. “Mamma! Un canione. Che bel canione.” Il sorriso smagliante del bimbo non era però destinato a durare. Accadde quel che Marina aveva già intuito: l’apprezzamento di Luca si mutò in capriccio.

“Vollio un canione.” “Mamma, un canione” e per esprimere il concetto con maggiore veemenza, Luca scoppiò in lacrime.

In quel momento preciso forse Marina avrebbe preferito dover affrontare la furia di un Pitbull, invece che il suo bimbo in crisi di pianto. Il giovane intanto si avvicinò, col suo Rottweiler ora al guinzaglio “Mi dispiace se l’ho spaventata. Oscar è buono, è un gran giocherellone, ma spesso un po’ troppo esuberante.” Oscar infatti tirava imperioso, alzava le zampe in cerca di Luca, pronto a un vivace contatto.

Il bimbo smise di piangere e tese la mano. Marina colse il bagliore negli occhi di suo figlio, ma persisteva in lei forse un eccesso di prudenza, forse un semplice naturale istinto di protezione. Luca non aveva invece alcun timore, tendeva le braccia senza riserbo verso quel voluminoso animale. In Marina si accese un sorriso, soprattutto quando il Rottweiler fu trascinato via per la sua strada.

Poco dopo, una coppa di gelato artigianale trionfava tra le manine di Luca, e il bimbo era distratto da tutti gli altri pensieri. Marina invece era presa da dubbi e preoccupazioni. Amava profondamente suo figlio, e odiava sé stessa per non riuscire a dimostrarglielo nel migliore dei modi. Luca soffriva, era limitato nei suoi movimenti quotidiani, e lei non riusciva a dargli il conforto necessario, si sentiva impotente di fronte al suo compito naturale. Sentiva affiorarle dalla coscienza un senso brutale di inadeguatezza, di fallimento semplice e totale.

“Mamma, prendiamo un cane?” le chiese Luca d’improvviso.

Stavolta la richiesta non era un capriccio, ma sembrava un desiderio sincero, una domanda aperta sul prossimo futuro.

Marina scosse il capo. Non se la sarebbe mai sentita di prendersi un’altra responsabilità, un’altra creatura sulle spalle. Si sentiva già inadatta al suo semplice ruolo di madre: sembrava avere attorno solo donne dal sorriso preconfezionato, appena uscite da una rivista patinata, forme perfette e vita sotto controllo; mentre lei si trascinava malconcia senza neanche più un compagno al fianco. Eppure un cane sarebbe stata un’ottima compagnia per suo figlio, e per lei: avrebbe portato una ventata di gioia. Già da tempo stava coltivando quel pensiero; nonostante tutte le sue remore, quel desiderio persisteva.

Si immaginò alle prese con un Rottweiler imbizzarrito, lei a tirare il guinzaglio fino a perdere le forze, e si sentì già scoraggiata. Poi pensò a una diversa compagnia, e si vide con un Chiwawa da borsetta, come quello della sua amica Valentina: un cagnolino dispettoso pronto a mordicchiare le mani di Luca e di ogni malcapitato a tiro. Non aveva grandi aspettative Marina, di questo ne era ben cosciente.

Ma fu allora che incontrò me.

Correvo allegra in mezzo all’erba alta, saltellavo festosa attorno alla mia umana, sfidandola a raggiungermi, ad afferrarmi nel mezzo della mia corsa. Ma quando vidi due presenze ignote, mi fermai immediata, sgranai occhi e orecchie, e poi avanzai pian piano, sporgendo il musetto con curiosità.

“Caniolino!” Luca esclamò a gran voce. “Bello!” E batté le manine per l’entusiasmo.

“Si chiama Wendy” fui presentata a Luca. E gli dissi “ciao” scuotendo allegra la coda.

Mi lasciai accarezzare da madre e bambino; tesi loro la zampa in segno d’amicizia. “È un westy vero?” “Sì! Buona, giocosa e un po’ timida”. E il sorriso di Marina si fece decisamente acceso. Così fui oggetto di chiacchiere e commenti accurati.

Quella sera Luca era già chiamato al sonno, stanco e soddisfatto per l’intensa giornata. Ma riuscì a chiedere nuovamente. “Mamma, prendiamo un caniolino?” Marina gli sorrise, si avvicinò per un bacio e gli sussurrò “Sì”.

Sentì, come per la prima volta, quella voce spontanea “Grazie” mentre gli occhi si concedevano al sonno infantile.

Marina sentì in sé la gioia acuta e straziante della maternità. E capì che c’era posto per un altro cucciolo dentro il suo cuore stropicciato.



Wendy (Alia) e Giuliana



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Westie 23/05/2012 alle 19:22 Thea dei Melograni (paola) ha scritto:
Wendy, mi è piaciuto moltissimo questo tuo racconto!!! Sei proprio brava!!!

Westie 23/05/2012 alle 16:48 Skye (haeddre) ha scritto:
che bella, Wendy....

Westie 16/05/2012 alle 22:03 Whisky (alewesty) ha scritto:
bellissima storia!!!bravissima wendy...siamo sempre noi gli amori a prima vista!! :)

Westie 15/05/2012 alle 13:15 Pesca e Perla (sonia7017) ha scritto:
Sono d'accordo con Asia....il nostro e' amore a prima vista....basta uno sguardo! Brave Wendy e Giuliana! grazie

Westie 14/05/2012 alle 11:46 asia (riccaberno) ha scritto:
Che ci volete fare.....noi siamo così.......basta incontrarci per un attimo....ed è subito AMORE! Brava Wendy ( & Giuliana), hai reso proprio l'idea giusta!

Westie 14/05/2012 alle 10:35 tuuli (sibilla) ha scritto:
Wendy dovevi fare la scritrice, bravissima!!!

Westie 13/05/2012 alle 13:52 Deejay (UgoB) ha scritto:
Eh sì, noi westini portiamo tanta gioia nella vita dei nostri tati ;))

Westie 13/05/2012 alle 09:39 Micky (micky) ha scritto:
bellissima storia Wendy.... sei bravissima!!!! davvero complimenti!!!

Westie 12/05/2012 alle 13:32 Due Stocco (Martapi2005) ha scritto:
Cara wendy siamo in 5 commossi nel leggere questa storia bellissima! battiamo tutte le zampine e tutte le mani A disposizione !!!!!

Westie 12/05/2012 alle 12:43 Wendy (Alia) ha scritto:
.. naturalmente un cucciolo westy ;)

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