Diario di Wendy

Ciao a tutti voi amici vecchi e nuovi!
Vi scrivo oggi dopo tanto tanto tempo, perché c’è una notizia triste che mi ha portato fin qui. La storia riguarda dei nostri parenti che avevano da poco adottato un Pinscher, avuto come regalo di Natale (!). Si chiamava Sirio, e viveva insieme alla sua famiglia di quattro umani, venendo allegramente sbatacchiato dal piccolo di casa, rimpinzato di cibo dalla madre e coccolato un po’ da tutti. Finché non si scopre l’arrivo prossimo di un altro cucciolo umano, e allora i contatti con Sirio si riducono d’improvviso.
Il suo posto non è più in casa, ma in una cuccia in terrazza, legato a una catena per non farlo sgattaiolare fuori. Il padre stava per allestire una recinzione per dargli modo di restare fuori senza catena, ma non ha fatto in tempo. A causa dell’esposizione alle intemperie e della dieta a base di crocchette per gatti (che pare gli piacessero tanto) e cibo casalingo, ovvero avanzi di cucina, fritture, farciture ecc, Sirio ha contratto un virus intestinale. Due giorni di vomito e diarrea, senza riuscire ad andare dal veterinario, e poi non ce l’ha fatta più. Al rientro serale non è venuto a salutare la sua famiglia, ma i genitori hanno pensato che stesse semplicemente dormendo e non sono andati a controllare. Al mattino l'hanno trovato senza vita. E’ morto a neanche otto mesi, da solo in terrazza. Io non l’ho mai incontrato, ma questa storia mi riempie di amarezza.

Vi scrivo perché questa stessa famiglia è venuta a trovarci quando qui c’erano i miei sei cuccioli. La mia umana ha dovuto faticare perché il bambino non li trattasse come pupazzetti usa e getta, senza che la madre se ne curasse più di tanto. Ma il culmine è stato quando lei ha guardato i miei figli e poi rivolta al compagno ha candidamente proposto “perché non ce ne prendiamo uno?” scatenando le naturali smanie dei due bambini. La mia umana ha risposto di getto “Hanno già tutti una famiglia, stiamo aspettando che abbiano l’età giusta per staccarsi dalla madre”. E non è mai stata così contenta di mentire.
Oggi ripenso a quanto è successo, a quel cucciolo sfortunato e alla loro condotta irresponsabile. E penso ai miei figli ormai grandi, insieme alle loro famiglie umane che li amano, e non posso fare a meno di compiacermi e ringraziarli di cuore.